giovedì 17 gennaio 2008

TAXI Risciò a Milano

A MANHATTAN sono 500. All'Expo 2005 di Aichi erano il biglietto da visita del Giappone. Girano in tutta la Germania. Si trovano a Beirut, Atene, Londra, Zurigo, Praga, Varsavia, Copenaghen, Bruxelles, Bordeaux. In Italia niente: i taxi a pedali, i risciò a tecnologia avanzata che si guidano con poca fatica seminando le macchine bloccate nella melassa quotidiana, non riescono a decollare.

L'ultimo no è arrivato dal Comune di Milano in curiosa coincidenza con l'avvio dell'ecopass, un tentativo di road pricing che parte al ribasso: obiettivi poco ambiziosi (la riduzione a cui si punta è parecchie volte inferiore a quella realizzata con successo a Londra), procedure farraginose, polemiche vivaci. I dieci ciclotaxi che erano sulla rampa di lancio non avrebbero certo cambiato il contesto generale. Ma sarebbero stati un segnale: la disponibilità a cambiare, ad adeguarsi, a utilizzare le regole del mercato senza farsi tirare per la giacchetta da lobby piccole e grandi.

Invece, come si legge nella missiva comunale, "dopo approfonditi riscontri normativi e tecnici condotti unitariamente al settore Attuazione, Mobilità, Trasporti, Ufficio Autopubbliche, si è giunti alla determinazione che il velocipide in oggetto, disciplinato dall'art. 50 del Codice della strada, non può essere utilizzato alla stregua di un taxi". Per lo meno si può dire che il linguaggio, dal punto di vista dello spirito del tempo, va d'accordo con i contenuti.

Un moderno risciò costa da 7 a 8 mila euro e permette di muoversi nel raggio di qualche chilometro a costi contenuti (5 euro per un quarto d'ora). Gianluigi Barone, l'imprenditore che li fa circolare utilizzandoli per ora solo come spazio pubblicitario, ha deciso di non arrendersi e tornerà alla carica. Resta il fatto che le città italiane sono prigioniere di una quantità di macchine anomala perfino per la motorizzatissima Europa. E di un sistema di valori che permette di violare impunemente le leggi a difesa della salute dei cittadini accettando la continua violazione dei livelli di polveri sottili (cancerogene) nell'aria.




http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/ambiente/riscio-milano/riscio-milano/riscio-milano.html


3 commenti:

Anonimo ha detto...

caro ciclista urbano,
ti prego non essere pessimista. è charo che le amministrazioni delle grandi citta italiane come milano hanno difficoltá ad accettare che le biciclette devono prendere il posto delle automobili. Ma se scrivi che "risciò moderni" costano 7-8 mila euro allora demoralizzi anche quei pochi che magari un riscio ci penserebbero a comprarlo. Che poi lo utilizzino come taxi o meno, è lasciato alle sfumature dei regolamenti. Finche ti muovi per strada con un rikscia per milano, e inviti la gente a farsi portare senza obbligarla a pagare una tariffa, ma lasciando che rifletta da sola se e quanto la tua fatica puo costare, allora non serve nessuna tariffa e nessuna regolamentazione, perchè in sostanza non c'é nessun servizio di taxi "dichiarato". così funziona nella maggior parte dei casi. Non c'é bisogno di andare a londra o in cina a vedere che la' funziona e a milano no, e rattristarsene. bisogna farlo e basta! Dei rikscha "moderni" il piu caro che conosco ne costa 6000, usato lo puoi avere gia con 3000 o poco piu, ma se lo usi a milano o in pianura un semplice riscio indiano da max. 1500€ è già sufficiente. Basta evitare i cavalcavia e i sottopassaggi perche non ha le marce.

Certo, se ti riferisci ai velotaxi con il motorino elettrico allora si che costano vergognosamente tanto, ma, detto tra noi, io li ho guidati e ti assicuro che sono anche col motore molto piu duri da pedalare che quelli "normali", o pedicab come li chiamano ora. E non sono ecologici!

Quanto alla questione dell piste ciclabili: io penso che le piste ciclabili possano aver avuto un significato nelle citta del nordeuropa. Ma per Milano, Roma, Genova e altre grosse città disastrate, è molto più saggio oggigiorno costruire una mentalita ciclabile prima che piste ciclabili. Che ci costano molto di più, inquinano di più e, come e success finora, servono piu al lustro dei politici che alla reale praticità dei trasposti urbani. Ogni strada urbana è potenzialmente ciclabile. per utilizzarla bisogna solo prima acquistare sicurezza sulle due ruote (esercitarsi come fanno i bambini nei piazzali dei parchi giochi, o nei parcheggi), e altrimenti procurarsi una tre ruote!

Se hai voglia puoi dare una letta sul sito

www.felicitaabassoconsumo.net

Rocco

complimenti per il blog!

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha mai considerato il fatto che chi dovrebbe pedalare quotidianamente per "x" ore su questo mezzo nel traffico Milanese si respirerebbe esattamente la malsana aria che tutti criticano e considerano pericolosa, velenosa, cancerogena eccetera?
Quanto tempo ci vorrebbe prima che l'operatore contragga qualche malattia alle vie respiratorie o altro?

Anonimo ha detto...

per ammalarti impiegheresti molto probabilmente decine di anni. Inoltre considera che se ti muovi in bicicletta in città senza sforzarti troppo (io per esempio do giusto una pedalata ogni tanto per sostenere quei comodi 10-15 km/h) in realtà respiri di meno che se andassi in giro a piedi. l'importante é non fare le gare per strada, non solo perchè con il traffico è pericoloso, ma anche perchè se ci si affatica a correre ovviamente si respira molto più smog che stando tranquillamente seduti su di un sellino.